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IL 379° FESTINO DI SANTA ROSALIA
Dal 10 al 15 luglio 2002 i festeggiamenti in onore della Patrona di Palermo

I tributi festivi votati al culto di Santa Rosalia, patrona di Palermo, ebbero inizio dopo il ritrovamento delle ossa, avvenuto il 15 luglio del 1624. In seguito al riconoscimento pubblico, da parte di esperti teologi e scienziati, dell’autenticità delle reliquie (22 febbraio 1625), il cardinale Giannettino Doria, sostenuto dalla volontà popolare, decide di onorare i resti della Santuzza con una solenne processione, che ogni anno, nei secoli, avrebbe ricordato la miracolosa fine dell’epidemia, vista come “flagello del Signore”, Gladium Dei, una punizione scagliata dal cielo contro i peccati degli uomini.

Così un fastoso corteo, composto dal Consiglio Reale, dal Senato, da cittadini illustri e da tutto il clero, aveva accompagnato dal Palazzo arcivescovile alla cattedrale il passaggio delle sacre reliquie della santa, riposte all’interno di uno scrigno di velluto cremisi.

Il corteo processionale svoltosi il 14 luglio del 1625 fu ancora più imponente, probabilmente perché, in un periodo segnato da morte, malattia e miseria, si cercò, almeno per un momento, di esorcizzare il tremendo male allontanandone il ricordo. Per quell’occasione, infatti, fu realizzata la prima arca reliquiaria d’argento e cristalli, predisposta per contenere le ossa della patrona e l’attraversamento di alcune strade della città rafforzò l’iconografia del percorso e la disposizione dei partecipanti al corteo. Le architetture effimere e le parature commissionate dai vari ordini religiosi e dalle rappresentanze delle nazioni presenti a Palermo per onorare la santa, definirono i tratti costitutivi del Festino, la cui tipologia, definitasi nella seconda metà del Seicento, rimarrà sostanzialmente stabile nel corso degli anni.

Dal 1624, ogni anno dal 9 al 15 luglio, Palermo festeggia la patrona, la Santuzza, con un “festino” della durata di sette giorni; mentre il 4 settembre, dies natali della santa, ha luogo il pellegrinaggio alla grotta del monte Pellegrino dove ella visse a vita di contemplazione, e dove è stato edificato in suo onore un santuario; nello stesso giorno si visita la cappella della Cattedrale di Palermo, in cui è custodita la statua della santa che, secondo l’iconografia popolare, è rappresentata giovanissima, con una corona di rose bianche sul capo, in contemplazione davanti al Crocifisso che sarebbe lo specchio nel quale la santa vide riflessa l’immagine di Cristo. Il Festino rappresenta un momento storico per la città, e all’origine comprendeva tante manifestazioni che, tra sacro e profano, tra mito e leggenda, coinvolgevano tutti gli strati sociali, in una devota esaltazione della santa patrona di Palermo.

L’attrattiva principale era costituita dal Carro trionfale, una macchina scenica tra le più interessanti del periodo barocco, costruito con enormi travi e dalla forma simulante una nave. Il Carro (tirato da 40 muli riccamente bardati, sostituiti successivamente da buoi), decorato con pitture che in sequenza raccontavano gli episodi più significativi della vita della santa, non trasportava né le reliquie né il simulacro, ma inequivocabilmente rappresentava l’evento miracoloso, la storia degli uomini e l’intervento divino per intercessione della Santuzza, che in cima al carro, anche oggi, troneggia con la sua sacra immagine.

Il Festino comprendeva, oltre alla sfilata del Carro, i fuochi pirotecnici che si tenevano alla Marina e la processione dell’urna con le reliquie della santa (momenti che si svolgono ancor oggi).

Inoltre, si svolgevano una lotteria chiamata Beneficiata, la corsa dei cavalli berberi per le vie della città e la tradizionale novena cantata dai cantastorie, gli Orbi, che, accompagnati dal violino, cantavano in versi siciliani la storia della Santuzza. Dopo il 1858, a causa dei lavori di livellamento del Cassaro, la tradizione del Carro fu interrotta anche per la volontà, da parte del nuovo governo, di cancellare forme e usi che ricordassero l’antico regime.

La tradizione riprese nel 1896, anche se venne poi sospesa per un paio di decenni, per riproporsi nel 1924, in occasione del terzo centenario del ritrovamento delle reliquie.

Ancora una volta, però, la processione del Carro venne sospesa per molti anni e solamente dal 1974 ha ripreso a girare per le vie della città. Attualmente, il Carro è lungo circa 9 metri e largo 6 con un’ altezza di circa 10 metri. Esso può ospitare quaranta persone, costituite dagli orchestranti e dal coro, e in cima trova posto la statua della Santuzza circondata da nuvole, angeli e putti. Spesso, nelle processioni, il Carro viene preceduto da carri minori, detti “macchinette”, che rappresentano scene della vita della Santa.

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