MARZO
Il nove marzo è dedicato a S.
Basilio Vitale a Castonovo, in provincia di Palermo. Il Santo
era originario di questa città ma gli abitanti non sapevano
della sua santità finchè alcuni abitanti di Armento,
in Basilicata, giunsero in città e rivelarono che S. Basilio
era il loro Santo patrono.
Anche questa festività è legata ad eventi miracolosi.
Pare che nel secolo scorso un maestro falegname ricevette in sogno
S. Vitale che gli ordinava di recarsi in una contrada specifica
del paese per procurarsi il legno di un particolare ulivo per poter
costruire una statua in Suo onore. Il falegname era un pò
titubante, ma si convinse di andar a parlare col proprietario del
luogo dove si trovava l'albero e l'uomo confermò d'aver fatto
lo stesso sogno, così il posto è divenuto luogo di
culto. I festeggiamenti consistono nel "Trionfo", cioè
la processione del quadro del beato Elia, che la tradizione vuole
come nipote e contemporaneo del Santo, attuato l'otto marzo e caratterizzata
dalla presenza di numerose lanterne, torce e fiaccole trasportate
dai fedeli, e la processione del simulacro del Santo patrono della
città, corteo attuato proprio il giorno della festa.
Il
19 marzo è la festa di S. Giuseppe ed il Santo trova numerosi
devoti nella cittadina barocca ricca di bellezza mediterranea di
Scicli, in provincia di Ragusa. Il Santo è il protettore
dei falegnami, degli orfani e delle giovani in età da marito
che lo invocano per poter contrarre un buon matrimonio. Qui il Santo
è festeggiato con la "cavalcata", che ricorda la
fuga della Sacra Famiglia in Egitto. I cavalli ed i muli impegnati
in tale manifestazione folkloristica sono addobbati a festa con
dei fiori stagionali e sono preceduti nel loro corteo da tre figuranti
che rappresentano la Sacra Famiglia; S. Giuseppe è rappresentato
con un mantello celeste. Quando il corteo passa per i cortei della
città, i fedeli accendono dei falò, in ricordo dell'evento
biblico della fuga della sacra famiglia da Erode, quando lungo il
loro cammino furono aiutati dai falò e dalle fiaccole accesi
dai
pastori che vigilavano le greggi.
Il
Santo è molto venerato anche a Santa Croce Camerina
(Rg), dove è festeggiato a partire dai primi anni del 1800
quando un nobile del luogo offrì dei campi per onorare le
spese della festa e quando dei sciclitani si trasferirono in questa
città e propagarono il culto del Santo. Qui il Santo è
onorato attraverso la preparazione e la vendita di vari cibi, come
dolci, la celebrazione della messa solenne e la costituzione di
varie "Sacre Famiglie" in cui il Patriarca porta un bastone
fiorito in cui è attaccata un'immagine del Santo. Le varie
famiglie così costituite procedono per le vie cittadine fino
a raggiungere le case dove sono state preparate delle abbondanti
cene.
S. Giuseppe è festeggiato anche
a Ribera (Ag), già la domenica precedente il giorno
della festa con l'entrata in città dei cavalieri, i deputati
della festa, che, guidati dal loro capo, accompagnati dalla banda
musicale e da una squadra di tamburini e preceduti nella loro entrata
in città dallo scoppio di mortaretti, portano dei rami d'alloro
in onore del Santo. Questo è solo l'inizio dei festeggiamenti.
Una seconda tappa prevede la preparazione della "stragula",
una torre di circa 10 metri che è costruita su di un carro
e rivestita con dei rami d'alloro e varie forme di pane legati tra
loro con delle cordicelle; al suo centro è collocato un quadro
di S. Giuseppe, il padre della provvidenza; il carro è trainato
da buoi riccamente addobati.
La successiva tappa rientrante nei festeggiamenti è il banchetto
di S. Giuseppe. Il giorno della festa i devoti che hanno fatto un
voto a San Giuseppe hanno il compito di preparare un lauto pranzo
che poi sarà consumato dai "Santi", tre figuranti
che rappresentano la Sacra Famiglia. Occorre notare la notevole
abbondanza di pane che è presente in questo pasto.
Occorre
ricordare ancora i festeggiamenti in onore sempre di S. Giuseppe
che si svolgono a Canicattì (Ag), dove il Santo è
ricordato non solo il 19 marzo, ma anche la prima domenica di settembre.
La devozione a tale Santo è tanta che, ogni 19 del mese,
si ha la preparazione del pranzo in onore del Santo con la consueta
rappresentazione della Sacra Famiglia da parte di tre poveri della
città e la presenza del pane; alla fine del pranzo, vista
l'abbondanza premeditata del pane, ai tre figuranti vengono offerte
tre ciambelle che precedentemente erano poste dinanzi il simulacro
del Santo, mentre le altre forme di pane sono distribuite tra i
partecipanti. Tali forme di pane sono state precedentemente benedette
durante una messa cantata. Il giorno proprio della festa i fedeli
fanno a gara per donare svariati doni al Santo, a partire da vari
prodotti agricoli.
Il Santo è venerato anche a
S. Angelo Muxaro, in provincia di Agrigento, dove si può
assistere, come già visto per le altre città, alla
rappresentazione della Santa Famiglia ad opera di tre figuranti
che poi hanno il compito di partecipare alla processione organizzata
in onore del Santo, di raccogliere i canestri ricchi di prodotti
alimentari e di partecipare anche ad un pranzo molto ricco, i cui
resti saranno sempre accolti dai tre figuranti.
Stessa
sequenza si ha in numerosi paesi in provincia di Enna, mentre ad
Assoro, sempre nell'ennese, si ha una rappresentazione della
fuga della Sacra Famiglia dall'Egitto. Tale commemorazione prevede
la presenza dei figuranti che impersonano la Famiglia Sacra, preceduta
da uno stuolo di angeli, ed i briganti; essi partiranno da luoghi
diversi per gingere nella piazza dedicata alla Santa Croce, dove
poi si svolgerà questa rappresentazione.
Il 25 del mese è il giorno di
S. Maria Annunziata a Ficarra, in provincia di Messina, festa
preceduta da un sentitissima novena. La vigilia della festa inizia
con i fuochi d'artificio, mentre il giorno della festa si ha il
corteo per le vie cittadine della vara settecentesca opera di maestri
artigiani dedicata alla Madonna, seguita dai fedeli, molti dei quali
sono scalzi per adempiere al voto contratto, fatto molto comune
in altri paesi siciliani in concomitanza con le feste patronali.
I festeggiamenti sono ripetuti il tre, quattro e cinque agosto.
L'ultimo venerdì è dedicata
al SS. Crocifisso di Aracoeli nel centro messinese di S. Marco
D'Alunzio. Questa ricorrenza è caratteristica per la
presenza dei "Babbaluti", 33 penitenti incappucciati che
hanno il compito di portare in processione il SS. Crocifisso e sulla
cui origine si hanno poche notizie certe. Nel caso in cui il venerdì
in questione coincida con quello Santo, ovviamente si rispetta l'importanza
delle feste pasquali e questi festeggiamenti sono anticipati di
una settimana. Già di prima mattina del venerdì i
devoti si recano nella Chiesa dell'Aracoeli per assistere alla messa,
mentre coloro che hanno il compito di trasportare la Croce si recano
nella vicina Chiesa di S. Maria dei Poveri per indossare la tunica
col cappuccio viola, necessaria per l'occasione. Dopo la funzione
sacra il Crocifisso è sistemato, insieme ad un quadro del
XVIII secolo raffigurante la Madonna trafitta da sette spade, in
un fercolo nella terrazza adiacente la chiesa dell' Aracoeli. Con
l'arrivo dei penitenti inizia il corteo, aperto dalla Confraternita
dei SS. Quaranta Martiri e composto, a seguire, dal clero, dai penitenti
con il Crocifisso, dalla banda musicale e dai fedeli. La processione
ripercorre le vie cittadine per poi ritornare al punto di partenza
dove verrà conservato il SS. Crocifisso fino all'anno successivo.
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