FEBBRAIO
In
questa cronaca delle feste isolane non si può non dedicare
alcuni cenni a due importanti manifestazioni culturali e folkloristiche
che non commemorano Santi ma che meritano l'attenzione popolare
in ugual misura perchè veramente interessanti. Si sta parlando
del profano Carnevale, manifestazione che vede numerosi e
particolari esempi in alcune città isolane e che vuol dare
un saluto allo sfarzo alimentare e non prima dell'avvento quaresimale
che precede, la cui data cambia di anno in anno in base a quella
della Pasqua, e la settimana dedicata al mandorlo in fiore,
in genere la prima del mese, ad Agrigento.
Il
termine carnevale ha origini latine che vanno ad indicare il divieto
ecclesiastico di consumare carne durante la quaresima e prevede
varie manifestazioni, a partire dal capovolgimento e non rispetto
delle leggi sociali, il travestimento, il processo, la condanna
a morte del fantoccio che rappresenta il carnevale stesso e la cui
morte serve come allontanamento dei mali dell'anno trascorso da
poco e come rito propiziatorio del nuovo.
I primi cenni certi del carnevale isolano si riferiscono alle manifestazioni
del 1600 avvenute a Palermo, consistenti in eventi di piazza che
prendevano spunto da fatti reali per fare delle rappresentazioni
profane.
Nel
passato i festeggiamenti del carnevale isolano iniziavano dopo l'Epifania
per terminare il mercoledì delle ceneri, giorno d'inizio
della Quaresima, ma dopo il famoso terremoto del 1693, la data d'inizio
fu posticipata al 12 gennaio.
Tra
le varie manifestazioni del carnevale isolano si può parlare,
ad esempio, di Sciacca, centro termale famoso in provincia
di Agrigento ed un tempo dominio dei Saraceni. Come in altre città
non solo isolane, qui il clima della festa è molto sentito
e visibile con il travestimento attuato da bambini ed adulti, l'allegria
ricorrente e, soprattutto, l'allestimento di carri allegorici. Ovviamente
Sciacca non è la sola città in cui si possono ammirare
queste rappresentazioni della fantasia popolare e della maestria
artigianale, ma tali carri che evidenziano temi tradizionali e di
satira e tutto quello che la già citata fantasia può
proporre sono una vera attrazione per i turisti.
Tali carri sono il segno evidente della tradizione, visto che la
loro presenza è una costante nei secoli. Oggi si può
vedere la mescolanza degli antichi carri di foggia artigianale con
quelli più innovativi e tecnologici.
Il carnevale di Sciacca ha origini molto antiche, documentate sin
dal XVI secolo e, pur variando nei temi, resta sempre un punto fermo
nella tradizione popolare.
A
Saponara, in provincia di Messina, in passato c'era un glorioso
Carnevale del quale, nei tempi attuali, è rimasto solamente
la sfilata dell'Orso e della Corte principesca che si attua nel
pomeriggio del martedì grasso.
Il corteo prevede la partecipazione della figura dell'Orso, agghindata
con dei campanacci e controllata con delle corde che ha il compito
di svolgere dei salti e dei balli durante il tragitto, dei cittadini
travestiti, una lunga coda di cortigiani ed, ovviamente, i figuranti
che rappresentano il re e la regina. I festeggiamenti ricordano
un fatto avvenuto durante il patronato cittadino della famiglia
dei principi Alliata, quando un temuto orso fu catturato e condotto
in catene nelle vie cittadine per rassicurare gli abitanti del posto.
A
Mezzojuso (Pa), invece, si rappresenta il "Mastro di
Campo", una pantomima che viene ripetuta nella pubblica piazza
con un figurante col volto coperto da una maschera rossa e che cerca
di conquistare la sua amata regina, arroccata nel suo castello.
Per alcuni la rappresentazione ricorda l'impresa del conte Bernardo
Cabrera che, per cercare di conquistare la regina Bianca da lui
amata,nel 1412 scalò le mura del palazzo Steri a Palermo;
ma alcuni elementi storici contrastano tale teoria, come il fatto
che la regina Bianca di Navarra non ricambiasse i sentimenti del
Conte. Ad ogni modo, la pantomima resiste negli anni ed è
periodicamente modificata, come avvenne agli inizi del 1900 quando
alla rappresentazione furono aggiunti Garibaldi ed alcuni dei suoi
uomini. L'evento si commemora nella pubblica piazza cittadina con
l'ausilio di numerosi figuranti ed è molto atteso da tutta
la cittadinanza.
L'evento forse è poco conosciuto, ma merita d'esser ricordato
come esempio della classica pantomima. Esso è rappresentato
sin dal XVII secolo.
A
Termini Imerese, in provincia di Palermo, un tempo i festeggiamenti
del carnevale duravano anche un mese intero, oggi riguardano soprattutto
la domenica ed il martedi grasso quando si ha l'allestimento ed
il corteo dei carri allegorici che offrono la satira di eventi e
personaggi politici e dello spettacolo, i tradizionali travestimenti
attuati dai cittadini ed il rogo dei fantocci del "nannu"
e della "nanna", cosa che sancisce le fine dei festeggiamenti
visto che avviene la sera del martedì grasso.
Altra
manifestazione dai toni folkloristici accesi e molto nota è
quella di Acireale, un paese ricco di storia e monumenti
in provincia di Catania dove il Carnevale ha una vera organizzazione
solo a partire dai primi anni del 1900 ma che comunque aveva forme
spontanee anche nei secoli passasti.
In effetti, probabilmente questo è il più antico carnevale
dell'isola, visto che già nel corso del 1800 c'era la sfilata
dei carri nobiliari da cui i nobili del posto lanciavano leccornie
al popolo. La festa di oggi mostra i carri infiorati allegorici
e costruiti in cartapesta, la vera attrazione della ricorrenza.
Ma la festa non si ferma solo a questo: si hanno la sfilata dei
gruppi folkloristici e dei gruppi mascherati, l'esibizione di cantanti
e lo svolgimento di giochi popolari. Anche qui la presenza dei turisti
attratti dall'evento è notevole. La festa dell'allegria e
della licensiosità prevede lo sforzo congiunto di vari enti
pubblici e la partecipazione attiva della popolazione che hanno
reso la manifestazione centro dell'interesse e degno di esser ricordato
come un grosso evento di tutto il meridione italiano.
Forse
l'unico degno esempio del carnevale siracusano è quello che
si svolge a Palazzolo Acreide, dove si assiste alle due sfilate
della domenica e del martedì grasso e a delle sagre popolari
come quelle dedicate ai dolci alla ricotta.
Anche
Palermo ha, ovviamente, il suo carnevale, che ha avuto le
sue rappresentanze dall'epoca barocca fin ai giorni nostri, eventi
che esprimono al meglio le capacità artistiche della tradizione
popolare e profana.
In passato la festa era molto più coinvolgente e prevedeva
la partecipazione congiunta della nobiltà cittadina e del
popolo culminando, ad esempio nel 1802, con la partecipazione del
re Ferdinando Borbone alla festa popolare. Oggi l'evento prevede
la partecipazione dei cortei di figuranti in abiti antichi, di musicanti,
di tutta la cittadinanza in festa. Il tutto diventa uno spettacolo
itinerante che ricorda i fasti passati e che coinvolge tutti i partecipanti.
Anche
il carnevale di Francavilla merita di esser citato visto
che coinvolge per un'intera settimana tutta la cittadinanza in balli
di gruppo in piazza, dei giri della maschera "Brutta",
del corteo inizialmente allegro dedicato al carnevale stesso che
assume la personificazione nel personaggio di "Sua Maestà",
onorato dalla sfilata dei conti, corteo che poi diventa funebre.
Anche
Belpasso (Ct) ha il suo carnevale, caratterizzato dal "duello"
dei poeti dialettali, dalla sfilata dei gruppi in maschera, sostanzialmente
costituiti dai gruppi giovanili della città, e dagli spettacoli
musicali.
Il
carnevale di Corleone, in provincia di Palermo, prevede il
corteo dei carri e di gruppi in maschera ed i più belli riceveranno
un trofeo. Si hanno anche le sfilate dal sabato al martedì
grasso che si concludono con il ballo in piazza, quando il gelo
invernale lo concede. Anche qui si ha il rogo del fantoccio che
rappresenta il Carnevale.
Anche
il famoso centro turistico isolano di Taormina (En) ha il
suo carnevale, con la già comune sfilata di sfarzosi carri
allegorici la cui preparazione è attuata con molta cura visto
che alla fine dei festeggiamenti si avrà l'assegnazione di
un premio al miglior carro. Come in altre città isolane si
avranno anche giochi e balli in piazza ed il coinvolgimento di gruppi
musicali, nonchè ovviamente della cittadinanza al completo.
La
prima festa in onore della primavera è certamente quella
del mandorlo in fiore che si svolge durante la prima settimana
dela mese, ed in particolar modo le prime due domeniche, ad Agrigento
nella suggestiva Valle dei Templi.
La festa vide la prima manifestazione nel 1937 con lo scopo di lanciare
e commercializzare i tipici prodotti della zone, nonchè quello
di esaltare il valore culturale ed archeologico della zona; ebbe
una breve interruzione a causa della II guerra mondiale per poi
ricominciare agli albori degli anni cinquanta. Nel corso di cinquanta
anni la festa ha assunto un valore sempre più internazionale
radunando gruppi folkloristici ed amanti delle tradizioni popolari
che si riuniscono in un meeting sulle tradizioni popolari di ogni
singola nazione e sul loro recupero.
La festa inizia con l'accensione del Tripode dell'Amicizia davanti
al Tempio della Concordia e termina sempre nella citata Valle dei
Templi con la premiazione ed uno spettacolo finale; tra questi due
estremi si hanno vari eventi, a partire dal Festival internazionale
del Folklore istituito per la prima volta nel 1954 con lo scopo
di offrire una sintesi delle già citate tradizioni popolari
di tutto il mondo e la consueta presenza di numerosi turisti.
La
prima settimana di questo mese a Catania si ha la festa della
Santa patrona della città, S. Agata. La storia della
Santa ci fa sapere che essa fu martirizzata nel terzo secolo da
Quinziano, prefetto dell'imperatore Decio in Sicilia, perchè
questa vergine lo aveva rifiutato ed aveva confessato la sua fede
cristiana. Il martirio fu il taglio dei seni della donna.
La festa è molto particolare. Già dalle prime ore
del mattino del 03 del del mese si ha la processione delle "candelore",
dei grossi ceri uniti tra loro ed introdotti in un monumentino di
legno ornato in oro nei cui reparti sono rappresentati immagini
del martirio della Santa, statue di Santi ed angiolini, monumentino
che è portato a braccia da alcuni membri della confraternita
che ne cura la manutenzione
e che lo porta in giro per la città con l'accompagnamento
musicale. Tra le varie confraternite coinvolte in tale rito ricordiamo
quelle dei macellai, dei pastai e dei fornai e tra loro c'è
la gara a chi prepara il cero più bello. Tale processione
dura fino a sera.
In questo momento subentrano i "partiti", dei gruppi di
giovani che hanno preparato dei canti da effettuare nello spiazzale
del Duomo, in gara tra loro per ottenere il maggior plauso del pubblico
dei fedeli.
Il giorno seguente si ha la processione del fercolo della Santa
posto in uno scrigno d'argento ed arricchito da numerosi monili
d'oro, processione che si effettua dopo la messa
vescovile, e che è attuata ad opera dei fedeli in berretto
nero e camicia bianca ed a piedi nudi, in ricordo del ritorno delle
spoglie della Santa da Costantinopoli intorno al 1126.
L'uscita del fercolo dal Duomo è accompagnata dal lancio
effettuato dal seminario dei chierici di numerose striscioline colorate.
La processione del 4 febbraio arriva fino all'antica cattedrale
dedicata alla Santa, S. Agata la Vetera, mentre il giorno seguente
si effettua la processione per i monasteri della città.
Il
tre di questo mese ricorre la festa di S. Biagio a Comiso,
in provincia di Ragusa. La tradizione religiosa ci tramanda che
il Santo era un medico della Cappadocia che, tra i vari "miracoli",
una volta salvò un bambino che stava soffocando a causa di
una lisca di pesce. Attualmente, durante la sua celebrazione, le
gole dei fedeli sono benedette. Nei secoli passati si attuava una
fiera di prodotti agricoli e di animali ed anche la distribuzione
di panetti con la forma di gola, panetti che erano precedentemente
benedetti dal sacerdote. Il giono tre si hanno le varie funzioni
religiose, mentre per le manifestazioni folkloristiche religiose
occorre arrivare al mese di luglio.
S.
Biagio è anche il Santo patrono di Militello Rosmarino
(Me) dov'è festeggiato il 2 e il 3 di febbraio, ma anche
ad agosto. I festeggiamenti di febbraio iniziano con la processione
del simulacro della Madonna Immacolata, trasportata dalla Chiesa
madre della cittàfino all'antica abbazia di S. Maria Lo Brignolito,
un antico monastero benedettino con una chiesetta adiacente che
è aperta solo in occasione della festa. Il corteo è
composto anche dagli innumerevoli fedeli, dai suonatori di tamburi,
dalle congregazioni religiose, dalla banda musicale e dai trasportatori
di una fronda di alloro alla quale è appeso un quadro di
S. Biagio. Una seconda processione è effettuata la sera,
quando si ha anche il coinvolgimento di numerose torcie per illuminare
il percorso e un falò finale. Tutto ciò avviene il
due, mentre proprio il giorno della festa si ha la nuova processione
della statua del Santo posta sulla vara barocca adornata con gli
ori, simbolo degli ex-voto dei fedeli, i nastri colorati ed i campanelli
d'argento. La statua è portata in processione fino alla piazza
cittadina principale, dove si potrà anche assistere alla
"corsa" di uomini e donne a piedi scalzi, dove poi saranno
benedetti i nastri colorati dedicati al Santo e da dove si ritornerà
indietro fino alla Chiesa madre.
S.
Bartolomeo e' il Santo patrono di Lipari ed il suo anniversario,
nonche' suo momento commemorativo principale in quest'isola, e'
il 24 agosto. In realta' il Santo e' commemorato anche in altre
date durante il corso dell'anno ed il 13 febbraio e' sicuramente
il momento piu' caratteristico.
In effetti, in questa data interviene la corporazione dei pescatori,
una tra le piu' devote al Santo.
I festeggiamenti del 13 febbraio prevedono la processione per le
vie cittadine del simulacro del Santo, evento che prevede anche
il coinviolgimento della banda musuicale, nonche' la vendita, attraverso
un'asta pubblica, dello stendardo del Santo contenente le iscrizioni
sacre.
Chi se lo assicura ne diventa il custode fino all'anno successivo,
quando si attuera' la nuova asta. Quest'ultimo evento ha delle radici
molto antiche: in passato tale acquisto equivaleva ad assicurarsi
una brillante attivita' di pesca e testimoniare il proprio benessere
nei confronti della comunita'.
Il
19 del mese ricorre l'anniversario della morte di S. Corrado, diventato
Santo patrono della cittadina barocca di Noto, in provincia
di Siracusa, sin dal lontano 1644 soppiantando S. Nicola di Bari.
Il Santo originario di Piacenza è ricordato per aver rinunciato
alle sue ingenti fortune per dedicarsi alla vita di eremita nella
valle dei Pizzoni o dei Miracoli, in una grotta.
Egli fu santificato nei primi anni del 1500, ma ancor prima di questo
evento il suo culto era molto esteso nell'isola.
Il giorno dell'anniversario si ha la processione della statua del
Santo e la pesante urna d'argento contenente le sue reliquie è
oggetto dello sguardo dei fedeli perchè il grado del suo
splendore annuncerà quello della prosperità agricola
dell'annata. Ogni dieci anni l'urna argentea è portata a
spalla fino all'eremo di S. Corrado fuori le mura, evento molto
sentito dai fedeli.
Il Santo è invocato per la guarigione dei bambini sofferenti
di ernie ed il miracolo è invocato nel momento in cui l'urna
del Santo è introdotta nella piazza della Chiesa del Crocifisso.
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